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L’esperienza di Amalia: ora studio medicina a Bologna

Classe 1996, sassarese e studentessa di medicina. Oggi, vi raccontiamo la storia di Amalia che, grazie al suo impegno, il suo studio e al supporto di Wau, ha superato il test di ammissione della facoltà di medicina ottenendo un ottimo punteggio.

Amalia ha sostenuto il test di ammissione per la facoltà di medicina nel 2015 ed è arrivata 117esima in tutta Italia. La sua prima scelta era Bologna e, grazie al risultato ottenuto, è riuscita a raggiungere il suo obiettivo. Ora vive in questa splendida e frizzante città italiana ed è iscritta al secondo anno del suo corso preferito. Ecco la sua esperienza.

L’intervista ad Amalia

Ciao Amalia, come procede a Bologna? Sei contenta di avere scelto la facoltà di medicina?

“Ciao, a Bologna tutto bene!

Devo dire che finora la facoltà ha confermato le mie aspettative, se non le ha addirittura superate. Non è sicuramente una strada facile: è impegnativa e quasi totalizzante, bisogna essere molto motivati e sicuri di quello che si sta facendo. Le materie si sono rivelate finora tutte davvero interessanti da preparare, anche quelle più insospettabili che non avrei creduto mi potessero piacere.

Dopo il primo anno, che è stato un po’ di preparazione, ora lo studio sta iniziando a essere orientato verso l’aspetto clinico, quasi a farci iniziare a sentire un po’ medici. Sono molto contenta della mia scelta: nonostante abbia sempre avuto molti interessi, anche diversi dall’area scientifica, non mi vedrei in una facoltà diversa o a vivere in un’altra città. Bologna mi ha accolta davvero bene.”

Come hai conosciuto Wau?

“Ho conosciuto Wau durante l’ultimo anno di liceo, quando durante un’assemblea di istituto ho avuto il piacere di conoscere il progetto e abbiamo fatto una simulazione originale. Quella è stata la mia prima simulazione WAU. Avevo già iniziato a studiare per il test, nonostante fossero i primi mesi dell’anno scolastico, ed ero consapevole della difficoltà crescente che si stava registrando da un paio di anni nelle domande proposte.

Nonostante questo ho comunque trovato la simulazione molto impegnativa, e quando Wau mi ha contattato per propormi di prendere parte ad ulteriori simulazioni in classe e di provare la piattaforma online da loro sviluppata ho accettato, cercando di trarne il massimo che potevo.

Ho partecipato a tutte le simulazioni in classe e ho utilizzato tutte quelle a disposizione sulla piattaforma. Ho visto Wau cambiare e adattarsi man mano alle esigenze degli studenti e al crescente numero di ragazzi disposti a seguire il corso per avere una base solida per la preparazione ai test.”

Seguire i corsi Wau è stato utile per superare il test di ammissione alla facoltà di medicina?

“Durante la preparazione ero già consapevole di quanto Wau mi potesse aiutare, non tanto a preparare le materie richieste al test (sono sempre stata una ragazza studiosa, consapevole di quanto mi servisse fare per raggiungere un determinato livello di preparazione e motivata a farlo) ma a solidificare le conoscenze e ad acquisire un metodo utile per affrontare il test di settembre, che altrimenti sarebbe potuto risultare un salto nel vuoto.

Le simulazioni mi sono state di grande aiuto e mi hanno permesso di affrontare il test con più serenità. Infatti, quando mi sono trovata poi a svolgere il “vero” test di ammissione, sapevo che cosa mi sarei trovata davanti, ero consapevole delle sensazioni che avrei provato e avevo una tattica da giocare. Sapevo da che materia iniziare, quanto tempo dedicare alle singole sezioni, alla lettura delle domande, ai calcoli, al ragionamento, ma soprattutto, sapevo (perché Wau lo “mette in testa” davvero bene) che non potevo permettermi di fare errori e che dovevo essere pienamente sicura delle mie scelte.

Quindi Wau mi ha dato la sicurezza, non tanto di sapere le cose perché quella viene solo dall’impegno e dallo studio individuale, ma di saperle affrontare al meglio delle mie possibilità. Wau mi ha dato lo schema, io ho giocato la mia partita!”

Cosa ti piace del metodo Wau?

“Mi piace che non si concentri troppo sulla teoria, ma che cerchi di dare ai ragazzi gli strumenti necessari: siamo tutti diversi e Wau lo sa. Ciascuno di noi ha i suoi modi prediletti per “farsi andare giù” gli argomenti un po’ più difficili, abbiamo tutti quanti problemi diversi e metodi di studio personali. Wau insegna più che altro come si può trarre il meglio da quanto facciamo, ma non ci dice quanto fare: ci dice che dobbiamo raggiungere un determinato obiettivo, poi sta a noi. Sarebbe troppo semplice fare qualche ora di lezione al pomeriggio per lavarsi la coscienza, come a dire “bene, per oggi ho studiato”: con Wau dopo la lezione del pomeriggio si va a casa e si studia, si rivede quanto si è fatto, gli errori e le difficoltà che sono insorte, e si lavora su quelle.

Di Wau mi piace che sia un metodo personalizzabile e non dispotico, che si modelli su ogni ragazzo e che sia basato sulla fiducia dei docenti nei ragazzi, sulla motivazione, sul desiderio di migliorarci di simulazione in simulazione, sulla ricerca della sicurezza in noi stessi. Il fine non è sapere tutto, che è un risultato francamente impossibile da raggiungere, ma sapere il più possibile, e soprattutto, essere certi di saperlo. E così Wau diventa anche un modo, per noi ragazzi, per acquisire fiducia in noi stessi, per capire che siamo bravi, ma che possiamo diventarlo sempre comunque un po’ di più, e che se ci poniamo un obiettivo non dobbiamo ritenerci soddisfatti fino a che non lo abbiamo raggiunto.

L’obiettivo finale si raggiunge grazie all’impegno e alla fatica, valori che forse si stanno un po’ perdendo nella miriade di pubblicità che promettono risultati sicuri con il minimo sforzo. Con Wau ci si deve impegnare, senza scuse e senza rimandare. Chi si impegna va avanti, ed è proprio questa la ricompensa, andare avanti ed essere sempre un po’ più vicini al nostro risultato, il vero e proprio traguardo.”

 Vuoi dare qualche consiglio ai ragazzi che quest’anno sosterranno il test di ammissione?

“Non fatevi prendere dal panico! È un consiglio scontato, che avrete sentito e sentirete mille volte, ma secondo me è veramente fondamentale: il test è una situazione stressante, a Bologna ero insieme ad altri 2999 ragazzi che avevano il mio stesso obiettivo, erano nel mio stesso edificio e compilavano un test con l’intento di togliermi il posto in graduatoria. Non è sicuramente una situazione da affrontare con lo stesso stato d’animo di una giornata al mare, e anzi l’ansia aiuta spesso a tirare fuori il meglio, ma dovete cercare, o meglio dovete riuscire, ad arrivare al giorno del test con la consapevolezza di aver dato il 100% o più, di aver fatto quanto in vostro potere per superarlo. Se raggiungerete questa consapevolezza, cosa non facile, riuscirete a prendere il meglio dal test e dal periodo passato a prepararlo.

Personalmente non ricordo con dispiacere il giorno del test e anzi mi sento orgogliosa di aver utilizzato circa un anno della mia vita a prepararlo. In primo luogo perché lo studio per il test non è stato fine a se stesso, ovvero mi è servito enormemente durante i primi esami del corso di medicina. Inoltre, cosa non meno importante, ho avuto l’unico premio che desideravo per il mio impegno: sono entrata nella facoltà di medicina. E l’ho ottenuto con un risultato che mi ha resa orgogliosa di me stessa. Quindi studiate, studiate tanto, ma non perché lo dovete fare o vi sentite in colpa se non lo fate, ma studiate perché vi piace farlo, perché ne vale la pena, perché vedete anche se ancora in lontananza, quello che sarà il vostro futuro. Anche se ora non capite che cosa c’entri la formula dell’accelerazione angolare con la fisiologia o con la chirurgia, abbiate la consapevolezza del vostro obiettivo.

State certi che se siete abbastanza motivati, e abbastanza sicuri di quello che desiderate, i sacrifici che vi imporrete in questo periodo di preparazione saranno scelte consapevoli che arriverete ad essere contenti di fare, e che una volta superato il test, sarete ancora più contenti di aver fatto”.

E ai ragazzi che stanno seguendo il corso Wau?

“Cercate veramente di prendere quanto più possibile dall’incredibile opportunità che avete. Partecipate alle simulazioni in classe perché vi servono a capire che cosa dovrete affrontare al test, a imparare a conoscervi, a conoscere la vostra ansia e a scoprire il vostro modo di lavorare sotto pressione. Osservate sempre le classifiche per avere voglia di migliorarvi e magari arrivare al primo posto, sfruttate la piattaforma online per lavorare sui punti deboli e per trovare i punti forti, fate quante più prove possibile per trovare il metodo perfetto per voi.

Non sottovalutate il gruppo su Facebook, che io ho trovato enormemente utile: rispondete alle domande degli altri quando le sapete e non spaventatevi se trovate domande che vi appaiono impossibili. Non leggete mai le soluzioni alle domande, soprattutto se sono spiegazioni dei vostri errori, passivamente, ma capitele e assimilatele, trovate qualcuno che ha difficoltà diverse dalle vostre e cercate di aiutarlo. State certi che se riuscite a spiegare un argomento ostico ad un amico che non l’aveva capito lo avete interiorizzato al 100%, e non ci saranno domande in grado di trarvi in inganno.

Insomma, dal corso Wau potete veramente ottenere tantissimo, dovete essere però bravi a non scoraggiarvi alle prime simulazioni, a fidarvi dei docenti e a continuare a lavorare convinti che i risultati arriveranno, e che il risultato più importante lo avrete come conferma dei vostri sforzi (e con vostri, intendo anche di Wau) il giorno della pubblicazione delle graduatorie.

Vi saluto con un in bocca al lupo a tutti, ci rivedremo da colleghi!”.

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