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Studiare con la realtà virtuale: la nuova frontiera dello studio

Il test di ammissione alle facoltà medico-sanitarie è sempre più vicino, il programma ministeriale è vasto e alcuni argomenti proprio non riesci a memorizzarli. Pensa se, invece di leggere e rileggere lo stesso capitolo sull’anatomia del cuore potessi…essere dentro al cuore! Immagina di poter, con un solo movimento della testa, osservare da vicino i ventricoli, le arterie, i vasi sanguigni. Con la realtà virtuale è possibile fare questo e molto altro!

Andare ovunque ed essere ciò che vuoi. È questo che ti permette di fare la realtà virtuale: puoi essere un avventuriero a caccia di terre sconosciute, un astronauta alla scoperta di nuovi pianeti, uno studioso del sole. Lo spazio virtuale appare ai tuoi occhi come reale: i visori VR e gli accessori ti permettono di muoverti liberamente in un ambiente che può essere esplorato in ogni centimetro e in ogni direzione.

I campi di applicazione della realtà virtuale sono tanti: dal settore videoludico a quello lavorativo, da quello medico a quello didattico. Proprio nel campo dell’apprendimento è stato dimostrato come l’uso di questa tecnologia sia un metodo vincente ed efficace. Vivere la lezione come un’esperienza personale e immersiva, grazie alla libertà di movimento e interazione, permette di arrivare a conoscere e capire pienamente l’argomento che si sta studiando. In linea con questa tendenza, Wauniversity ha previsto una serie di sessioni di studio dell’anatomia in realtà virtuale con l’utilizzo del programma You by Sharecare, ideato e brevettato dall’azienda ospedaliera americana omonima.

Ce ne parla Pier Paolo Saba, brillante studente al quarto anno di medicina e tutor WAU!, che tiene il corso di anatomia in realtà virtuale.

L’intervista a Pier Paolo Saba

1) Come funziona la Realtà virtuale?

La realtà virtuale è un hardware a cui viene associato un software, cioè un’applicazione che ti permette di entrare in una nuova realtà, immergendoti in essa con tutti i tuoi sensi, fisicamente, visivamente, uditivamente. Questo tipo di applicazione si chiama “esperienza”, proprio perché ti trovi a vivere pienamente in questo ambiente: hai libertà di movimento e di azione.  La VR funziona con un casco, chiamato visore, grazie al quale ti ritrovi in una camera virtuale, e con dei joystick o dei guanti, a seconda dell’esperienza che scegli di fare: si passa dai joystick per i giochi della playstation ai guanti per simulare un intervento chirurgico. Tramite un avatar ti muovi liberamente nello spazio virtuale creato e hai una piena libertà motoria.

2) La VR è nata nel mondo del gaming ma ora sta prendendo una nuova piega, quella della didattica. Quali sono i vantaggi della realtà virtuale nell’apprendimento?

Io credo che questa tecnologia, applicata al campo della didattica, sia uno strumento eccezionale per un apprendimento più completo e veloce. Grazie alla realtà virtuale è possibile studiare e vedere perfettamente organi e parti del corpo in tre dimensioni, circostanza impossibile nella realtà. Avere la libertà di sposarsi intorno a un cuore, a un intestino, a un cervello, poter capire veramente da dove partono e dove finiscono i nervi è una possibilità unica e incredibile ai fini dell’apprendimento.

Lo studio di questi dettagli solitamente avviene tramite gli atlanti di anatomia: devi però rigirare il libro in dieci modi diversi per capire l’orientamento spaziale, l’angolazione degli assi, mentre con la VR puoi osservare veramente la collocazione esatta di ogni elemento.

3) Per lo studio di quali argomenti è efficace la realtà virtuale?

In campo didattico e medico le cose più difficili da imparare solo quelle astratte, quelle che non possiamo vedere da vicino: noi non abbiamo la possibilità di osservare una cellula dal vivo, possiamo solo stereotiparla. Invece con la realtà virtuale hai la possibilità di vederla tridimensionalmente, di interagire con essa, sezionarla nelle varie parti, viverla a pieno con tutti i tuoi sensi. Secondo me è quindi utilissima se utilizzata per studiare l’anatomia e la fisiologia, cioè lo studio del funzionamento degli organi.

4) Il 12, 13 e 14 giugno si sono svolti i primi Training Days di anatomia in realtà virtuale. Qual è il futuro di questo progetto?

È un progetto sempre in itinere: un altro ciclo di lezioni di anatomia in realtà virtuale è previsto per il 19, 20 e 21 luglio. Ora i corsi si svolgono con un docente che indossa l’oculus e proietta ciò che vede. Il punto di arrivo è formare una classe virtuale dove siano gli studenti a indossare un visore, avendo anche loro libertà di movimento, capacità di azione, all’interno di un mondo che “virtuale” lo è solo sulla carta.

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