Cosa fa il tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro? La figura del tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, TPALL, è una delle 23 professioni sanitarie attualmente riconosciute in Italia. Si tratta di una professione che offre più sbocchi lavorativi, a cui si accede dopo aver conseguito la laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.
Scopri di cosa si occupa il tecnico della prevenzione e come diventarlo, dove lavora e quanto guadagna.
Cosa fa il tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro
La figura professionale del tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, abbreviato TPALL, è stata istituita dal D.M. 58 del 1997, che la definisce in questo modo:
l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, è responsabile, nell’ambito delle proprie competenze, di tutte le attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanità pubblica e veterinaria.
Le principali mansioni del tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro sono:
- gestisce la vigilanza e il controllo degli ambienti di vita e lavorativi;
- valuta eventuali accertamenti e inchieste per infortuni e malattie in ambito professionale;
- controlla la conformità delle strutture e degli ambienti alle attività che vi si svolgono;
- si occupa della vigilanza e del controllo qualità di alimenti e bevande, dell’igiene e la sanità veterinaria, oppure dei prodotti cosmetici durante tutto il processo di produzione e distribuzione;
- collabora con l’amministrazione giudiziaria sui reati contro il patrimonio ambientale, sulle condizioni di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e sugli alimenti;
- controlla che siano rispettate leggi e regolamenti in materia di prevenzione sanitaria e ambientale;
- svolge in autonomia le proprie attività e collabora con altre figure professionali per organizzare al meglio il lavoro;
- controlla le condizioni di sicurezza degli impianti;
- decide eventuali indagini specialistiche;
- gestisce le irregolarità rilevate;
- partecipa ad attività di formazione del personale, studio, didattica e consulenza professionale nei servizi sanitari o in altri settori rilevanti.
Questo professionista della salute deve essere in grado di:
- comunicare in modo efficace l’impatto delle condizioni ambientali e lavorative sulla salute, in termini di benessere psicologico e socioeconomico, ma anche rispetto a rischi, sicurezza e problematiche ambientali;
- raccogliere e interpretare i dati scientifici, soprattutto sulla prevenzione basata su prove;
- giudicare autonomamente.
Per diventare tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro bisogna conseguire il diploma, anche non liceale, requisito obbligatorio per immatricolarsi all’università.
Inoltre, bisogna superare il test di ammissione per le professioni sanitarie dato che il corso di laurea triennale in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, L/SNT4, è ad accesso programmato.
Dopo la laurea triennale e l’esame finale abilitante si può scegliere di proseguire gli studi iscrivendosi alla laurea magistrale in Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione, corso necessario per accedere a posti amministrativi o insegnare.
In alternativa, si può seguire un master in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro per approfondire alcuni aspetti pratici della professione. I master a cui hanno accesso i laureati in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro sono molteplici: dalla sanità pubblica alla sicurezza sul lavoro oppure su igiene veterinaria, degli alimenti, ecc.
Per esercitare questa professione è richiesta l’iscrizione all’albo dei tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, istituito dal D.M. del 13 marzo 2018.
Come per le altre professioni sanitarie, anche lo stipendio del tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro varia in base alla struttura in cui lavora, pubblica o privata, all’anzianità di servizio, a turni e straordinari.
Lo stipendio medio del tecnico della prevenzione supera i 1.300 euro mensili, per un totale lordo di circa 24 mila euro annui.
Il TPALL è occupato come dipendente nel settore pubblico o privato oppure come libero professionista.
Questo professionista può operare nel servizio sanitario nazionale o presso i servizi di prevenzione, controllo e vigilanza previsti dalla legge. Ad esempio, la sua attività può rientrare tra le professioni paramediche indipendenti, i servizi veterinari, lo smaltimento dei rifiuti solidi o delle acque di scarico.
Inoltre, il tecnico della prevenzione che opera nel pubblico ottiene la qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria conferita dal direttore dell’ASL di competenza e potrebbe dover interloquire con la magistratura, ai sensi degli artt. 55 e 57 del Codice di Procedura Penale. Alcuni tecnici lavorano nelle sedi distaccate presso le Procure.
Tra gli sbocchi professionali rientrano anche: gli uffici di sicurezza delle ASL dei comuni o di altri enti pubblici, il Ministero della Sanità o le ARPA, Agenzie Regionali Protezione dell’Ambiente, a cui si accede tramite concorso pubblico.
Nel settore privato, il tecnico della prevenzione può lavorare per aziende del settore alimentare, cosmetico e veterinario o per studi di consulenza. In più, può operare come Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, RSPP, integrando la sua formazione con i tre moduli del corso per RSPP: formazione di base, formazione tecnica specifica per settore e gestionale-relazionale.
Infine, sono tanti gli enti e le aziende che richiedono il TPALL per garantire la loro conformità agli standard nazionali e internazionali: uffici, scuole, piscine e centri sportivi, centri commerciali, aziende che operano nell’industria alimentare e agricola.
La risposta è sì, in ambito universitario con una laurea specialistica. Altri possibili sbocchi professionali sono la ricerca, la carriera dirigenziale nelle strutture sanitarie e la formazione permanente.
Il corso di laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro è triennale. Tutti i corsi delle professioni sanitarie si caratterizzano per essere molto pratici, con il tirocinio già dal primo anno, perché si pongono l’obiettivo di rendere il laureato autonomo fin da subito nello svolgimento della professione.
Il piano di studi di Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro varia di poco da università a università e i corsi sono abbastanza simili. Ecco quali sono gli esami previsti nel corso di laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro a Cagliari:
primo anno
- Anatomia e Fisiologia
- Informatica
- Metodi sanità pubblica
- Radioprotezione
- Scienze della prevenzione nei luoghi di lavoro
- Scienze della vita
- Scienze fisico chimiche applicate alla tecnologia industriale
- Tirocinio (1° e 2° semestre)
- Deontologia e Medicina del lavoro
- Elementi di medicina clinica
- Igiene degli alimenti
- Medicina del lavoro e Igiene industriale
- Metodi e tecniche di sanità pubblica
- Tirocinio (1° e 2° semestre)
- Metodi avanzati di medicina del lavoro 2
- Metodi avanzati di medicina del lavoro e igiene del lavoro 1
- Psicologia e Comunicazione
- Scienze giuridiche e tecniche applicate
- Tirocinio (1° e 2° semestre)
- Attività a scelta dello studente
- Inglese (livello B1 e B2)
- Prova finale
No, perché questo corso di laurea, come tutti i corsi per le professioni sanitarie, è professionalizzante e prevede il tirocinio in presenza fin dal primo anno. Tuttavia, online sono disponibili master o corsi di formazione, a cui partecipare dopo il conseguimento del titolo.
Allo stesso modo, non esiste il corso di laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro a numero aperto, perché tutti i corsi nelle professioni sanitarie sono ad accesso programmato nazionale.
Il test per Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro è quello per professioni sanitarie. La prova non è nazionale ma per ateneo. Tuttavia, la struttura dei test è simile perché ogni università deve rispettare le linee guida fornite dal MUR nel bando professioni sanitarie.
Ancora non conosciamo la data del test professioni sanitarie 2024. Nel 2023, l’esame in italiano si è svolto il 14 settembre e quello in inglese il 18 settembre.
Le domande del test professioni sanitarie sono 60 a cui rispondere in 100 minuti. In quiz sono divisi così:
- 4 quiz di competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi
- 5 quiz di ragionamento logico e problemi
- 23 quiz di biologia
- 15 quiz di chimica
- 13 quiz di matematica e fisica
- +1,5 punti per ogni risposta esatta
- 0 punti per risposta non data
- -0,4 punti per ogni risposta sbagliata
Per esercitarti rifai i test professioni sanitarie degli anni precedenti. Vai all’archivio test professioni sanitarie. Inoltre, entra nel gruppo whatsapp sulle professioni sanitarie.
Le università e i posti con attivo questo corso di laurea sono indicati nel bando pubblicato ogni anno dal MUR. Il bando 2024 non è stato ancora pubblicato.
Per l’anno accademico 2023 i posti per tecnico della prevenzione nelle università pubbliche sono stati 921 per UE. Le università con Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro sono state le seguenti:
- Bari, sedi di Bari e Taranto
- Bologna, sede di Imola
- Brescia
- Cagliari
- Campania “L. Vanvitelli”, sede di Napoli
- Catania
- Catanzaro
- Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma
- Chieti-Pescara, sede di Chieti
- Firenze
- Genova
- Insubria
- L’Aquila
- Messina
- Milano
- Molise, sede di Campobasso
- Napoli Federico II
- Padova, sedi di Feltre e Padova
- Palermo
- Parma
- Pavia
- Perugia
- Pisa
- Politecnica delle Marche, sede di Ancona
- Roma “La Sapienza”, sedi di Frosinone, Rieti e Roma
- Roma “Tor Vergata”
- Siena
- Torino, sede di Collegno
- Trieste
- Verona, sede di Trento
Immagine in evidenza di Artem Kniaz di Unsplash