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Come diventare osteopata: guida aggiornata

Sogni di lavorare come osteopata? Scopri le novità su come diventare osteopata dopo la pubblicazione dell’ultimo decreto del MUR su questa figura professionale.

A seguire trovi tutte le informazioni da sapere sulla professione dell’osteopata: le materie della laurea in Osteopatia e percorso di studi, di cosa si occupa, quali sono gli sbocchi occupazionali e quanto guadagna un osteopata.

Come diventare osteopata

L’osteopatia è una professione sanitaria?

Al livello internazionale l’osteopatia è un sistema di prevenzione sanitaria riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della SanitàOMS.
 
Invece, in Italia l’osteopatia è una professione sanitaria istituita dalla legge 3/2018 (legge Lorenzin) e dal recepimento del Consiglio dei Ministri del 24 giugno 2021.
 
Quindi, per diventare osteopata ci vuole la laurea ma il corso è in fase di definizione. Nel frattempo, il MUR, con il decreto interministeriale 1563 del 1° dicembre 2023, ha definito l’ordinamento didattico del corso di laurea.
 
L’iter legislativo si concluderà con l’istituzione dell’albo e la definizione delle equipollenze. A quel punto per lavorare come osteopata sarà necessario un percorso universitario e l’iscrizione all’albo professionale. Invece, chi non avrà un titolo pregresso equipollente alla laurea in osteopatia potrà diventare osteopata soltanto seguendo un percorso formativo integrativo.

Chi è l’osteopata?

In base al decreto interministeriale 1563 del 2023 l’osteopata è:

il professionista sanitario che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico.

Come diventare osteopata in Italia?

Le domande su questa professione sanitaria sono tante, tra cui: che titolo di studio serve per fare l’osteopata e quanti anni ci vogliono per diventare osteopata. Fino a quando l’iter legislativo non sarà concluso, per diventare osteopata ci sono tre percorsi tra cui scegliere a seconda della propria formazione precedente:
 
· un corso di 5 anni di studio full time dopo il conseguimento del diploma;
· un corso di 5 anni di studio part time per chi ha già una laurea sanitaria, ad esempio in Medicina;
· 5 anni full time con esoneri (diverso dal primo corso) se si ha una laurea in Biologia, Farmacia o Scienze motorie.
 
Quindi, la scelta del corso per diventare osteopata dipende dal tipo di percorso formativo seguito. Vediamo degli esempi. Per diventare osteopata senza laurea, l’unica modalità è quella di seguire il corso full time dopo aver conseguito il diploma di maturità. Per diventare osteopata dopo fisioterapia, che è una professione sanitaria, basterà il corso di osteopatia part time, che dura sempre 5 anni ma richiede meno impegno in termini di tempo. In merito a come diventare osteopata con una laurea in scienze motorie, bisogna seguire il corso full time con esoneri grazie alla laurea già conseguito.
 
Tuttavia, come visto sopra, una volta concluso l’iter legislativo istitutivo del corso di laurea, sarà necessario integrare questi percorsi.

Qual è la laurea per Osteopatia?

Fino alla conclusione dell’iter per la definizione del percorso universitario in Osteopatia l’unico modo per ottenere la laurea in osteopatia è iscriversi a una scuola di osteopatia che abbia un percorso validato grazie a un partenariato con un ateneo estero, oppure iscriversi direttamente all’università estera.
 
Infatti, l’osteopatia come disciplina è nata negli Stati Uniti dove gli osteopati sono medici laureati già dagli anni ‘90. Inoltre, è possibile studiare osteopatia in altri paesi dell’Unione Europea, oppure in Gran Bretagna, Canada, Nuova Zelanda o Australia.
 
Nel momento in cui l’iter sarà concluso, quella in Osteopatia sarà una laurea triennale come tutte le altre delle professioni sanitarie.

Inoltre, il decreto interministeriale 1563 ha definito il percorso di studi dell’osteopata. Le attività formative “di base” sono state integrate con:

· nell’ambito disciplinare “Scienze propedeutiche”, dopo “Sociologia dell’ambiente e del territorio” sono stati inseriti i settori “Storia della Medicina” e “Bioingegneria”;
· nell’ambito disciplinare “Scienze biomediche”, dopo “Microbiologia e microbiologia clinica” è stato inserito “Medicina Fisica e Riabilitativa”.
Invece, le attività formative “caratterizzanti” sono state integrate così:
· è inserito l’ambito disciplinare “Scienze osteopatiche” che include: “Scienze tecniche mediche e applicate”, “Medicina Fisica e Riabilitativa”, “Malattie dell’apparato locomotore”, “Scienze infermieristiche e tecniche neuro-psichiatriche e riabilitative”;
· nell’ambito “Scienze della prevenzione e dei servizi sanitari” è stato aggiunto “Scienze tecniche dietetiche applicate”;
· nell’ambito “Scienze interdisciplinari cliniche”, è stato aggiunto “Psichiatria”;
· nell’ambito “Scienze umane e psicopedagogiche” è stato aggiunto “Psicologia clinica”
· nell’ambito “Scienze del management sanitario” è stato aggiunto “Medicina legale”;
· nell’ambito “Scienze interdisciplinari” sono stati aggiunti “Metodi e didattiche delle attività motorie” e “Metodi e didattiche delle attività sportive”.

L’osteopata è un medico?

L’osteopata è un medico se ha conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia. Altrimenti l’osteopata non è un medico e non lo sarà neanche dopo l’istituzione del percorso universitario nelle professioni sanitarie, in quanto i laureati nelle professioni sanitarie non sono medici.

Cosa fa l’osteopata?

L’osteopata studia il paziente nel suo complesso e lavora sulla ricerca della causa del dolore, prevenendo, valutando e trattando i disturbi dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico.
 
Nel decreto interministeriale 1563 dell’1° dicembre 2023 si legge che, in riferimento alla diagnosi di competenza medica e all’indicazione al trattamento osteopatico, il laureato in osteopatia dopo aver interpretato i dati clinici:

· riconosce l’indicazione o la controindicazione al trattamento osteopatico ed effettua la valutazione osteopatica attraverso l’osservazione, la palpazione percettiva e i test osteopatici per individuare la presenza di segni clinici delle disfunzioni somatiche del sistema muscolo scheletrico;
· pianifica il trattamento osteopatico e predispone modalità di trattamento selezionando approcci e tecniche osteopatiche esclusivamente manuali, non invasive, ed esterne, adeguate al paziente ed al contesto clinico;
· esegue, in sicurezza e nel rispetto della dignità e della sensibilità del paziente, il trattamento manipolativo osteopatico attraverso tecniche specifiche e selezionate per il singolo paziente;
· valuta gli esiti del trattamento osteopatico, ne verifica l’appropriatezza e pianifica il follow-up condividendoli con il paziente, con eventuali caregiver e con altri professionisti sanitari;
· al fine di prevenire alterazioni dell’apparato muscolo scheletrico, promuove azioni educative verso il soggetto in trattamento, verso la famiglia e la collettività;
· educa il paziente nelle abilità di autogestione dell’organismo e ne pianifica il percorso educativo anche in collaborazione con altri professionisti;
· a fine trattamento verifica le rispondenze tra metodologia attuata e gli obiettivi di recupero funzionale riabilitativo e psicosociale;
· reindirizza il paziente al medico inviante quando i sintomi persistono oltre i tempi previsti o peggiorano.

Qual è la differenza tra fisioterapista e osteopata?

Il fisioterapista cura i sintomi locali, spesso dopo un intervento chirurgico o un trauma usando terapie fisiche come laser e ultrasuoni ma anche quelle manuali e occupazionali.

L’osteopata a differenza del fisioterapista ha un approccio olistico, considera il corpo nella sua totalità e ricerca le cause del problema riportato dal paziente, usando esclusivamente l’approccio manuale in fase di diagnosi e in quella di trattamento.

Come vedi, anche se si tratta di professioni all’apparenza simili, le modalità e gli ambiti di intervento sono molto diversi.

Clicca qui per sapere come diventare fisioterapista.

Dove lavora un osteopata?

Una volta concluso l’iter istitutivo di questa professione sanitaria, l’osteopata svolgerà la sua attività professionale, di ricerca, formazione, autoformazione e consulenza, nelle strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private, come dipendente o libero professionista.
 
Gli sbocchi lavorativi per questo professionista sono già numerosi. Ad oggi, l’osteopata lavora in ambito privato nel suo studio e collabora con altre figure sanitarie e mediche, come fisioterapisti o medici specialisti in ortopedia, pediatria, oculistica, cardiologia o altri.

Visto l’approccio dell’osteopatia al corpo umano, ogni professionista sanitario o medico può scegliere di indirizzare i propri pazienti a un percorso integrativo dall’osteopata per ottenere risultati migliori.

Un’altra specializzazione remunerativa è quella dell’osteopata sportivo, impegnato a ridurre e prevenire gli infortuni negli atleti.

Quanto guadagna un osteopata?

Lo stipendio dell’osteopata dipende dalla sua esperienza, dalla specializzazione, dalle ore di lavoro e dal tipo di trattamento svolto.
 
Il costo di un trattamento singolo dall’osteopata varia dai 40 ai 100 euro. Lo stipendio medio di un osteopata in Italia è di circa 2 mila euro al mese, ma un professionista con esperienza e studio privato può arrivare a guadagnare molto di più.

Immagine in evidenza di Karolina Grabowska su Pexels

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