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Rapporto scuola famiglia e patto educativo di corresponsabilità

Il rapporto scuola famiglia influisce notevolmente sulla formazione degli studenti e il raggiungimento dei loro obiettivi scolastici e personali.

In questo articolo forniamo delle informazioni utili sia per i docenti che per i genitori sulla relazione scuola famiglia.

Non troverai una riflessione generica sull’argomento, ma indicazioni normative relative al Patto educativo di corresponsabilità, l’elenco degli organi collegiali, i consigli per la costruzione di un rapporto scuola famiglia utile per entrambe le parti e i canali per attivarlo.

Rapporto scuola famiglia

L’obiettivo del rapporto scuola famiglia è quello di garantire il benessere degli studenti, promuovere e non danneggiare il loro processo di apprendimento. Infatti, numerose ricerche hanno dimostrato che i rapporti difficili tra la scuola e la famiglia ostacolano il percorso formativo degli alunni.

Il rapporto scuola famiglia deve essere differenziato a seconda:

  • del grado di scuola
  • delle tipologie di famiglie
  • del livello di coinvolgimento che si desidera raggiungere

Ad esempio, alla primaria cambia il rapporto scuola famiglia rispetto all’infanzia. Così come sarà necessario elaborare strategie diverse a seconda delle famiglie con cui ci si relaziona.

Il rapporto scuola famiglia comprende sei ambiti, per ciascuno dei quali bisogna avere un piano di comunicazione, informazione, collaborazione:

  1. obblighi della scuola verso gli studenti e le famiglie, ad esempio le comunicazioni di base che la scuola deve fornire ai genitori sui figli;
  2. doveri delle famiglie nei confronti dei figli, come l’acquisto di materiali e libri;
  3. il ruolo delle famiglie nell’apprendimento a casa, ad esempio il tempo dedicato ai figli, l’appoggio e il sostegno allo studio;
  4. il coinvolgimento volontario delle famiglie a scuola in attività extrascolastiche;
  5. il coinvolgimento delle famiglie negli organi scolastici e la partecipazione agli incontri periodici, come i colloqui genitori-docenti;
  6. il coinvolgimento di tutte le parti in attività nel territorio.

Rapporto scuola famiglia: i canali

Per costruire il rapporto scuola famiglia esistono dei canali attraverso cui attivare la comunicazione, lo scambio di informazioni e coinvolgere i genitori.

A seguire un elenco, non esaustivo, di questi canali:

  • il registro elettronico, su cui i genitori possono verificare assenze, ritardi dei propri figli, voti, lezioni, compiti, note;
  • il POF, il Piano dell’Offerta Formativa, pubblicato sul sito web della scuola;
  • il Patto educativo di corresponsabilità, condiviso tra le parti;
  • assemblee per le elezioni dei rappresentanti di classe;
  • colloqui individuali richiesti dai genitori o dai docenti;
  • colloqui generali due o più volte l’anno;
  • comunicazioni via e-mail della scuola;
  • assemblee di classe;
  • consigli di classe;
  • eventi.

Patto educativo di corresponsabilità

Il Patto educativo di corresponsabilità è molto importante per definire il rapporto scuola famiglia.

Il Patto di corresponsabilità è il documento firmato da genitori e studenti contestualmente all’iscrizione alla singola istituzione scolastica, nel quale sono indicati i principi e i comportamenti che scuola, famiglia e alunni condividono e si impegnano a rispettare.

Il Patto educativo di corresponsabilità  è disciplinato dal DPR n. 235 del 2007.

Gli organi collegiali e la comunicazione delle famiglie

I rapporti scuola famiglia passano anche per gli organi collegiali presenti nella scuola. Vediamoli in breve.

  • Consiglio di classe, formato da docenti, 4 rappresentanti eletti dai genitori degli alunni iscritti a ciascuna classe. Il consiglio è presieduto dal dirigente scolastico o da un docente delegato dal dirigente scolastico. Il Consiglio di classe ha il compito di fare proposte sull’azione educativa e didattica, agevolare i rapporti tra docenti, genitori e alunni, promuovere il coordinamento didattico, verificare dell’andamento dell’attività educativa.
  • Consiglio di istituto, formato dal dirigente scolastico, 8 docenti, 2 non docenti e 8 genitori. Il consiglio d’istituto ha competenze in materia: contabile; negoziale sui contratti per l’utilizzo degli spazi scolastici, prestazione d’opera, contratti di sponsorizzazione, di partecipazione a progetti internazionali; organizzativa e gestionale.
  • Rappresentante dei genitori, eletto con votazione a scrutinio segreto tra i genitori di ciascuna classe di solito a inizio anno scolastico. Ha funzioni di coordinamento, raccolta delle proposte, ascolto delle problematiche.
  • Collegio dei docenti, composto dai docenti e presieduto dal dirigente scolastico. Il collegio dei docenti, tra le sue tante funzioni, elabora il piano dell’offerta formativa, propone i criteri per la composizione delle classi e la distribuzione dei docenti, provvede all’adozione dei libri di testo, predispone le linee generali del regolamento scolastico relativo agli aspetti didattici, delibera il piano annuale delle attività dei docenti, comprese quelle di aggiornamento e formazione. Inoltre, il collegio dei docenti propone al Consiglio d’istituto le modalità e i criteri per lo svolgimento dei rapporti con le famiglie e gli studenti.
  • Il Comitato genitori, che comprende tutti i rappresentanti di classe eletti nelle assemblee di classe e dai genitori, che ne desiderano far parte. Il comitato dei genitori di solito propone iniziative comuni e raccoglie le problematiche condivise tra le varie classi.
  • Assemblee dei genitori, che si svolgono all’interno della scuola e sono convocate da un delegato.

Come comunicare gli obiettivi didattici

Da un punto di vista pratico, spesso i docenti incontrano non poche difficoltà a comunicare gli obiettivi didattici ai genitori.

Le cause di queste difficoltà sono numerose: punti di vista non convergenti, linguaggi differenti, scontri, etc.

Ecco alcuni consigli per superare questi ostacoli:

  • riconoscere il ruolo dell’altra parte. Spesso il genitore non attribuisce la giusta autorevolezza al docente. Viceversa, il docente vede nel genitore un nemico con cui sarà difficile comunicare. Per poter costruire un rapporto scuola famiglia efficace, è necessario che entrambe le parti riconoscano il ruolo dell’altra;
  • migliorare la comunicazione. Talvolta non ci si sente capiti. In questi casi, è importante chiedersi se si è stati in grado di comunicare in modo efficace per aiutare l’altro a comprendere il nostro messaggio. Sarà fondamentale saper ascoltare le obiezioni dell’interlocutore;
  • per migliorare la comunicazione, vi suggeriamo sia che siate docenti che insegnanti, di sfruttare le occasioni di incontro per porre domande e approfondire i punti non chiari. Fate presente al docente o al genitore quali sue frasi non avete compreso o sono motivo di scontro, per verificare meglio questi aspetti;
  • infine, sarà importante controllare al massimo la comunicazione sia verbale che non verbale e stare attenti a come l’altro comunica per capire dai suoi gesti, movimenti, espressioni se si trova a disagio, se è nervoso oppure frustrato da una comunicazione poco utile.

Rapporto scuola famiglia in caso di disabilità

Il rapporto scuola famiglia è ancora più importante quando sono coinvolti alunni con disabilità e/o disturbi dell’apprendimento, DSA.

In questi casi, il ruolo dei genitori e la loro partecipazione alla vita scolastica sono essenziali.

Per capire come devono realizzarsi queste dinamiche, innanzitutto bisogna guardare alle norme. I riferimenti sono il DPR del 24 febbraio 1994 e il DPCM 185 del 2006, che riconoscono alle famiglie un ruolo di partecipazione attiva.

Infatti, le famiglie partecipano alla definizione del PEI, il Piano Educativo Individualizzato, contribuiscono a definire gli obiettivi di breve e lungo periodo, hanno un ruolo attivo nella richiesta di attestazione della disabilità e dell’attuazione delle misure scolastiche inclusive.

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