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Estinzione medici: più di 80.000 in pensione e pochi sostituti

A destare preoccupazione è soprattutto il settore dei medici di base. C’è chi punta il dito contro il numero chiuso. Nella Genesi, Giuseppe d’Egitto grazie ad un sogno riesce a prevedere i sette anni di carestia. E, soprattutto, a sopravvivere e superarli senza problemi. Lo stesso destino non sembra profilarsi per la sanità italiana: dati certi e molto pessimisti a cui non corrispondono strategie solide per affrontare il problema.

Numeri allarmanti

L’allarme è stato lanciato dalla Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale): nei prossimi 10 anni saranno 80676 i medici ad andare in pensione, di cui

  • 33.392 medici di base
  • 47.284 medici ospedalieri

E sebbene i numeri parlino da soli, non è stata ancora trovata una strategia per affrontare la penuria. Le forze politiche non sembrano impegnarsi sul tema e i meccanismi attualmente attivi non possono far fronte al problema: la carenza dettata dai nuovi pensionamenti non sarà bilanciata da nuove assunzioni.

La situazione sembra piuttosto critica soprattutto per i medici di famiglia: nei prossimi 10 anni andrà in pensione il 70% dei medici di base attuali, quasi 4000 durante il solo 2022. In più, ogni anno, le borse per il corso di formazione sono circa 1.100. In 10 anni saranno quindi rimpiazzati circa 11.000 posti di medici di base, quando ne servirebbero più di 30.000, lasciando così più di 14 milioni di cittadini scoperti di questa figura.

Da dove deriva la mancanza di medici?

All’origine di tutto c’è il mostro preferito da ogni studente: il fantomatico test di ingresso. Medicina e Chirurgia è una facoltà a numero chiuso. Questo rappresenta un primo motivo di penuria.

Il secondo motivo è l’imbuto post-lauream delle specialistiche. Si stima che i disoccupati tra i camici bianchi siano tra i 10mila e i 16mila. I posti disponibili per la specialistica sono 6.500 all’anno, troppo pochi secondo Carlo Palermo, vice segretario del sindacato dei medici dirigenti. “Secondo le nostre stime ne sarebbero necessari almeno 8.500. A mancare nelle corsie saranno a breve soprattutto pediatri, chirurghi, ginecologi e cardiologi”.

Ma perché i più colpiti sono i medici di famiglia?

L’estinzione di medici di base è dovuta alla diversità di strada tra le varie specialistiche. Intanto per l’immaginario collettivo scegliere di fare il medico di base sembra essere meno accattivante. Inoltre esiste una differenza molto meno romantica e molto più pratica: il tirocinio di un medico di base è pagato 800 euro al mese, quello di uno studente di un’altra specialistica 1800 euro al mese. Più del doppio, insomma.

Un problema, un’opportunità

La situazione non è rosea, saranno degli anni difficili per il sistema sanitario e per chi si dovrà occupare di trovare una soluzione. Non è tutto oro ciò che luccica, ma allo stesso modo non è una catastrofe tutto ciò che preoccupa. L’estinzione dei medici potrà mettere in moto dei meccanismi volti a cambiare la situazione, sia per quanto riguarda il test di ammissione e i suoi numeri molto stringenti, sia per quello che riguarda la specialistica.

WAUniversity prepara gli studenti al test di ammissione, ma non condivide le modalità con cui vengono selezionati i futuri medici. È indubbio che ci sia la necessità di avere un numero programmato, ma questo deve essere adeguato alle reali esigenze della società.

«Intanto va messa mano al numero chiuso, andrebbe ridefinita la quota di accesso all’Università in base alle esigenze. Secondo, il compenso del tirocinio dovrebbe essere identico: non possono esserci medici di serie A e di serie B» dichiara Palermo.

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