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Disortografia: come intervenire per aiutare il bambino

La disortografia fa parte dei DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento, insieme a dislessia, discalculia e disgrafia.

Alcuni studi internazionali sulla disortografia sostengono il carattere ereditario della disortografia e l’associazione di questo DSA a dislessia e discalculia.

Sei un genitore o un insegnante di un bambino disortografico? Nell’articolo trovi alcuni preziosi suggerimenti su come intervenire sulla disortografia.

Cos’è la disortografia

Il bambino disortografico ha difficoltà ad assimilare le regole grammaticali e ortografiche, anche se non ha un deficit neurologico. Infatti, un sintomo di disortografia a scuola può essere quello di commettere errori ortografici pur conoscendo le regole di scrittura.

L’alunno disortografico può avere difficoltà nel copiare dalla lavagna e nei compiti scritti, a prescindere dalla materia. Talvolta, genitori e docenti pensano che il bambino sia semplicemente distratto, svogliato, non si applichi abbastanza, e non notano le sue vere difficoltà.

Il rischio di demotivare il bambino disortografico e di farlo rimanere indietro rispetto ai coetanei è altissimo. Ecco perché questo DSA dovrebbe essere diagnosticato quanto prima per assicurare un percorso didattico personalizzato e salvaguardare l’equilibrio emotivo dell’alunno.

La disortografia e le lingue straniere sono dunque incompatibili? Non necessariamente, con la giusta sensibilità dei docenti grazie alle strategie compensative, l’alunno può imparare a migliorare la scrittura non solo nella sua lingua madre ma anche in altre lingue. L’uso di strumenti informatici e l’accesso ai dizionari può essergli particolarmente utile.

Quindi, come scrive un disortografico? Vediamo quali sono gli errori più diffusi commessi dai bambini con questo disturbo e come evitarli.

Disortografia: gli errori più comuni

Quali sono gli errori di scrittura tipici della disortografia? Ecco alcuni sintomi che se sistematici possono rappresentare dei campanelli d’allarme:

  • scrittura errata pur conoscendo le regole ortografiche, squola invece di scuola
  • inversione di grafemi, per esempio scrivere munero, al posto di numero
  • omissione di grafemi o fonemi in una parola, rota al posto di ruota
  • errori nel caso di doppie consonanti, facia al posto di faccia
  • confusione tra fonemi e grafemi simili, come F e V, B e P
  • errori nella separazione o fusione, l’ago invece di lago
  • difficoltà di orientamento nello spazio sul foglio
  • difficoltà di mantenere il rigo nella lettura
  • ripetizione ridondante di parole o sillabe
  • pressione sul foglio durante la scrittura
  • lentezza ed esitazione nella scrittura
  • parole omesse durante la scrittura
  • coniugazioni errate di verbi
  • errori nel copiare le parole
  • errori nell’analisi del testo
  • tagli arbitrari delle parole

Il bambino disortografico potrebbe presentare soltanto alcuni di questi sintomi in maniera pervasiva. Ricordiamo che i dubbi dei genitori o insegnanti non bastano, questo disturbo di apprendimento deve essere sempre diagnosticato da uno specialista.

Disortografia: come intervenire

Una volta accertata la diagnosi di disortografia come intervenire per migliorare la qualità di vita del bambino?

Esistono varie modalità di intervento che compensano le difficoltà e potenziano le abilità cognitive dei bambini. Più alcuni strumenti: esercizi mirati per bambini con disortografia, percorsi logopedici e neuropsicologici, quaderni per disortografia. Sono utili anche i dettati per bambini disortografici.

Come aiutare un disortografico da insegnante o genitore? Prima di tutto è bene sfruttare i supporti scolastici previsti dalla legge 170/2010 sui DSA, come la possibilità di utilizzare programmi di videoscrittura al computer con il correttore automatico e di concedere tempi maggiori per lo svolgimento dei compiti scritti.

Inoltre, è utile far utilizzare il dizionario al bambino disortografico e dargli compiti dove si prediligono risposte brevi.

Infine, come nel caso degli altri DSA, è fondamentale incoraggiare e supportare l’alunno quando raggiunge dei piccoli traguardi o successi per mantenere alta la sua autostima e la motivazione allo studio. La collaborazione tra la famiglia e la scuola può migliorare il rendimento scolastico.

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Immagine in evidenza di Drew Perales su Unsplash

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